Quando a fine Agosto, nelle nostre colline assolate, la vegetazione ormai secca vira all’oro, verdissima, cresce l’Inula viscosa (Dittrichia viscosa).
Una pianta mediterranea, della famiglia delle Asteraceae, generalmente perenne, rustica e vigorosa, con modesti capolini gialli a loro volta riuniti in infiorescenze piramidali, a pannocchia, che svettano verso l’alto come attratte dal cielo.
Le foglie sono lineari lanceolate, ricoperte da una sottile peluria, e da numerose ghiandole che secernono una resina vischiosa, dall’odore caratteristico, aromatico, che ricorda l’incenso e che appiccica le dita.
A guardarla, ci si domanda dove trovi la forza di crescere proprio quando tutto il resto sembra alla fine di un ciclo. Quando l’acqua scarseggia e la terra si crepa arriva lei, ad abitare gli incolti assolati dal mare alla collina, i greti dei fiumi, i ruderi, gli uliveti e le periferie abbandonate.
Per la sua grande diffusione è a torto considerata poco più di un’erbaccia infestante.
L’Inula è al contrario una pianta sorprendente, dalle molte virtù, e con un ruolo ecologico importante.
Vale la pena conoscerla.
Anche se poco utilizzata in campo Erboristico è a tutti gli effetti una specie officinale.
Conosciuta sin dal tempo degli Egizi, è tuttora utilizzata dalla medicina tradizionale come cicatrizzante, lenitivo e antibatterico nella cura di ferite, eczemi e altre irritazioni della pelle.
La sua forza però risiede altrove.
L’Inula “serve” l’uomo indirettamente, lavorando silenziosa al fianco dell’olivicoltore.
È infatti abitata da un dittero, il Myopites stylatus, a sua volta parassitato dall’Eupelmus urozonus, un parassitoide polifago che è il principale antagonista e il più importante agente naturale di controllo della mosca dell’ulivo.
La natura sa come creare alleanze, l’ulivo sa di avere un’amica, se anche l’uomo riconoscesse in lei un’alleata, si deciderebbe a lasciarla crescere indisturbata tra i suoi filari, a cui porta salute e biodiversità.
Rispolverando una vecchia usanza la si potrebbe poi usare per tenere lontani insetti e topi dai granai e, con le sommità fiorite, si prepara ancora un oleolito che si usa per lenire i dolori reumatici.
La fioritura è scalare e dura a lungo da agosto ad ottobre, e oltre…se il tempo è favorevole.
Pianta mellifera e ricca di polline, viene a soccorrere le api nel momento del bisogno, offrendosi agli insetti come nutrimento e cura proprio quando le fioriture nei campi scarseggiano.
Ormai sono numerosi gli studi che confermano l’efficacia degli estratti di Dittrichia viscosa nel trattamento della Varroa.
Anche se il miele che ne deriva non è dei migliori, sembra che le api, che frequentano i suoi fiori, siano poi in grado di formare nuove famiglie più forti, come sotto l’ effetto di un tonico miracoloso!